Ucraina: crisi alimentare mondiale?
L’Ucraina è il “Granaio d’Europa” e la guerra ha fatto esplodere non solo i prezzi del gas, ma anche delle materie prime agricole. Russia e Ucraina sono infatti il primo e il terzo esportatore mondiale di cereali e insieme rappresentano un terzo delle esportazioni mondiali.
Un problema mondiale
La filiera agroalimentare è doppiamente colpita dalla crisi conseguente al conflitto tra Russia e Ucraina. Da un lato sono aumentati i prezzi delle materie prime (grano +38,6%, mais +17%), dall’altro il caro energia (+70%) incide sui costi di produzione.
Il ministro francese dell’agricoltura lancia l’allarme sulla sicurezza alimentare a livello mondiale, poiché da Russia e Ucraina dipendono quasi un terzo del commercio mondiale di grano, il 19% della produzione di mais e l’80% delle esportazioni di olio di girasole. Il 20% del mais importato dall’Italia viene proprio dall’Ucraina, suo secondo fornitore.
La soluzione italiana
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha delineato cinque strategie per rendere il settore agroalimentare italiano quanto più possibile autosufficiente:
1) attivare contratti di filiera tra agricoltori e industrie;
2) contrastare pratiche sleali tutelando i produttori da prezzi inferiori ai costi;
3) recuperare tutti i terreni fertili abbandonati a causa della minaccia della fauna selvatica;
4) rilanciare gli investimenti agricoli e incentivare l’acquisto di terreni;
5) contrastare la siccità tramite la realizzazione di bacini di accumulo di acqua piovana.
Mai come oggi il tema dell’autonomia alimentare ricade sulle scelte politiche, rivelandosi strategico per l’Italia e l’intera Europa in tempo di crisi e blocchi alle esportazioni. Sarà indispensabile una collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti per rispondere al bisogno di ripresa di un settore già fortemente penalizzato dalla pandemia e dalla crisi climatica.
Fonte dati: Coldiretti