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Cancer Plan: no al bollino nero sui vini

Cancer Plan: no al bollino nero sui vini

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12 miliardi di fatturato e 1,3 milioni posti di lavoro: sono questi i numeri del settore del vino secondo un’analisi della Coldiretti. Settore che si è fortemente battuto nelle ultime ore per far sì che l’Europarlamento riconoscesse la differenza fra l’uso eccessivo e moderato degli alcolici. Etichettare i vini col bollino nero proposto dalla Commissione Europea nell’ambito del Cancer Plan avrebbe infatti rischiato di demonizzare una bevanda con 10mila anni di storia al pari delle sigarette, etichettando in maniera semplicistica e ingiustificata una categoria di prodotti che sono dannosi solo se consumati in quantità eccessive. Questo discorso ricorda il dibattito sulle etichette a semaforo, accusate di penalizzare alcuni alimenti mediterranei soltanto perché considerati in quantità standard lontane dal consumo raccomandato.

Cos’è il piano anti-cancro?

Il Cancer Plan è in realtà un disegno più grande di lotta ai tumori che ha come tre pilastri fondamentali la prevenzione, la diagnosi precoce e l’uguale accesso ai trattamenti. Per quanto riguarda il primo punto, l’UE sostiene che il 40% dei casi di tumore sia in realtà evitabile tramite efficaci strategie di prevenzione:

  • diminuire il consumo di tabacco a meno del 5% della popolazione entro il 2040
  • ridurre il consumo di alcol di almeno il 10% entro il 2025 e limitare l’esposizione dei giovani al marketing dei prodotti alcolici
  • combattere l’inquinamento ambientale allineandosi agli standard di qualità dell’aria previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
  • ridurre l’esposizione a sostanze cancerogene e radiazioni
  • promuovere l’informazione su stili di vita più sani

Il vino merita davvero il bollino nero?

Il rapporto della Commissione inserisce il vino tra le bevande dannose per l’impossibilità di individuare una quantità sicura di consumo di alcol. I produttori ribattono sostenendo al contrario gli effetti benefici sulla salute di un consumo moderato di vino e la necessità di distinguere concettualmente l’uso dall’abuso.

Il segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) sottolinea come sia l’OMS che l’UE affermino che non esiste consumo di alcol senza rischi per la salute sulla base di uno studio del 2018 (“Global Burden of Diseases”, pubblicato da The Lancet). Le conclusioni di tale studio secondo Federvini sono in contrasto con molte altre ricerche che affermano come un consumo moderato di vino contribuisca ad avere un’aspettativa di vita più elevata e un minore rischio di malattie cardiovascolari.

Di certo una buona cultura alimentare è fondamentale per scongiurare un approccio normativo basato su divieti, allarmismi e generalizzazioni. Per questa ragione gli europarlamentari hanno votato contro le avvertenze sanitarie in etichetta e a favore di una corretta informazione sul consumo responsabile di alcol.